7.10.2007

Una storia per Daniela...

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Guarda il mare, seduta nell’altalena della terrazza. È un’altalena larga, di quelle che si trovano nei giardini, con cuscini. Attorno aleggia la tranquillità di una notte sulle sponde del calore e dell’acqua, ingannata dalla frescura del giardino circondato da un bel muro romano. La cena, illuminata da una lampada con luce debole, sarebbe durata varie ore. Dal pomeriggio, tra scherzi e preparativi, tre paia di mani si divertivano in un angolo del mondo dove nessuno poteva guardare: in una casetta vicino al mare, tre amici si prendevano cura, iniziando dallo stomaco. Vino, primo piatto, secondo…Prima del dolce, l’unico uomo del gruppo si allontana per parlare al telefono:”Ritorno subito…” viso contrariato quasi arrabbiato, a mo di scusa. Si allontana, non troppo, con passo rapido, con l’intenzione di terminare velocemente la telefonata. Le due ragazze si guardano, divertite. Una di loro, la anfitrione, si alza per portare quello che manca. “Aspetta un momento, non ti muovere, non c’è bisogno”. Entra in cucina, che sta giusto a lato. L’amica la segue con lo sguardo. Osserva il capello raccolto in un crocchio disordinato dal quale cade un gruppo di riccioli rossi. Sorride. La segue osservando, ma si sorprende dinanzi la repentina tranquillità della sua amica: tesa, non si muove. Abbassa la testa, un brivido silenzioso. Si accorge che tenta di non piangere. Si alza dall’altalena ed entra in cucina. Si avvicina a lei in silenzio e posa la mano sulla sua spalla.

“Vieni...”


Finita la telefonata, il ragazzo sale la scalinata del giardino. Si ferma, sorpreso da quello che vede. Sull’altalena ci sono due donne: una, seduta, canta una ninna nanna senza parole, con voce dolce e bassa, mentre accarezza i capelli dell’altra, che resta distesa sul cuscino, con la testa appoggiata nelle gambe della sua compagna e gli occhi chiusi.

Lui si avvicina e guarda la ragazza che canta. Lei sostiene lo sguardo senza smettere di cantare. In questo modo lui si inginocchia davanti all’altalena e sussurra:

Il tempo passa, passa veloce sebbene a volte non ci accorgiamo o ci disperiamo, persi in una bolla immobile dentro la corrente. Il tempo passa, e solo ci resta difenderci cercando rifugio tra braccia amanti, in voci soavi che ci accolgano ci dondolino. E tra tutte le onde che possano venire, felici o amare, non ho mai sognato un mare così, come quello di questa notte…


Allunga la mano per sistemare un gruppo di capelli rossi caduti su una guancia. Lentamente, sale la sua carezza incontrando con la mano quella che in precedenza aveva cominciato le carezze. La pelirroja sorride, senza muoversi. Avverte due mani nei suoi capelli, due mani che tentano di trasmettere calma in quella notte strana, una notte strana nella quale il tempo è rimasto recluso in una bolla che chiuderà chissà quali segreti.


E tutti sappiamo che i segreti non hanno voce.

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Gracias por la traducción, L.

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